SPALMA INCENTIVI – LA PROTESTA SI ALLARGA
I dubbi di Associazioni e investitori esteri
(17/07/2014)
Il
decreto spalma incentivi sta trovando molte difficoltà durante il suo cammino,
a partire dai quasi 1.700 emendamenti presentati al DL Competitività n. 91/2014
presso le commissioni riunite Industria e Ambiente del Senato. Il vaglio di
ammissibilità e quindi l'esame delle proposte è cominciato e andrà avanti per
tutta la settimana in vista dell'arrivo in aula del provvedimento, previsto per
il 21 luglio.
Intanto
le varie associazioni di categoria, che rappresentato gli operatori nel settore
fotovoltaico, sono fortemente contrari al decreto spalma incentivi Fer da
inserire all'interno del piano per il taglio delle bollette elettriche delle
Pmi; mentre con le diverse sfumature sono favorevoli invece ad un meccanismo di
emissione di bond che coinvolga il Gse e la Cassa Depositi e Prestiti, una
misura, secondo loro, più efficace perché consente di incidere sulla componente
A3 della bolletta, ovvero quella degli oneri di sistema che garantiscono dei
risparmi molto più ingenti ed immediati.
Non sono solo le associazioni delle rinnovabili e dei produttori di materiali
elettrici ed elettronici a bocciare lo spalma-incentivi fotovoltaico, contenuto
all'articolo 26 del DL Competitività n. 91/2014, ma sono anche i fondi
internazionali impegnati nelle infrastrutture in Italia che si preparano ad
avviare un contenzioso nazionale ed internazionale, che in audizione al Senato hanno
presentato le contestazioni condivise da 21 fondi nazionali ed internazionali
all'articolo.
Intanto
il Governo non ha ripensamenti e cerca di tirare dritto, pur ritenendola una
norma "difficile e che crea enormi disagi", mentre il PD spinge per
una "soluzione intermedia", che introduca tre scaglioni di riduzione
dei sussidi a seconda della potenza degli impianti.
L'emendamento
prevede un taglio del 3% per gli impianti da 200 kW a 500 kW, del 4,5% per
quelli tra 500 kW e 1 MW, del 6% per gli impianti di potenza nominale superiore
a 1 MW. "I sacrifici potrebbero essere però inferiori" perché
l'emendamento, apre a una rimodulazione delle aliquote in diminuzione "in
relazione all'andamento del prezzo in acquisto dell'energia elettrica che si
forma in Borsa".